Si è svolta giovedì 29 settembre la cerimonia d’intitolazione della rotonda posta in piazzale Cesare Battisti-corso Giovanni XXIII (di fronte alla Chiesa di San Nicolò) al prof. Amedeo Montemaggi, storico riminese della Linea Gotica.
Oltre al sindaco Jamil Sadegholvaad e all’Assessore Bargagni, hanno preso la parola per un ricordo del prof Monetaggi anche il figlio Andrea, Alessandro Agnoletti, direttore dell’Istituto per la Resistenza e dell’Età Contemporanea e lo storico Daniele Cesaretti, appassionato delle vicende dall’ linea gotica. Una cerimonia molto partecipata in cui erano presenti la moglie Edda, tutti i suoi familiari oltre a tanti amici e cittadini.
Alcuni passaggi del discorso del sindaco fatto durante la cerimonia:
“Un luogo fisico come quello che intitoliamo oggi per ricordare Amedeo Montemaggi, stimato giornalista e grande ricercatore fra i più esperti del terribile passaggio della Seconda guerra mondiale a Rimini. Un segno nella quotidianità per ricordare il segno indelebile che Montemaggi ha lasciato nella nostra città. Una narrazione, profonda, scrupolosa e precisa dei fatti che hanno sconvolto anche il nostro territorio; un’intensa attività di studio in campo storico, sulla Linea Gotica, avviata nei primi anni sessanta, quando quasi tutti i giornali e l’attenzione pubblica era rivolta alle cronache della vita balneare. Oltre a curare nel 79 la mostra sulla Linea Gotica, collaborò anche con il direttore Mario Zuffa alla ricerca e acquisizione della documentazione fotografica dell’Imperial War Museum di Londra. Materiale tuttora presente nella Biblioteca Gambalunga e a disposizione di tutti nella parte della documentazione sulla guerra a Rimini. […] Come riminesi dobbiamo davvero tanto al Professor Montemaggi per il grande arricchimento culturale e storico che ci ha lasciato e per la straordinaria lezione di onestà intellettuale dimostrata sui libri, per la quale è riuscito sempre a riconoscere – a vinti e vincitori – una pari dignità di memoria. Se oggi Rimini ha un patrimonio identitario sui fatti della Seconda guerra mondiale lo si deve soprattutto al suo infaticabile ed appassionato lavoro.”
Il figlio Andrea ha ricordato i punti salienti della vita avventurosa di Amedeo Montemaggi:
Ricordo sinteticamente che mio padre è nato nel 1923 in una modesta famiglia di San Giuliano, è rimasto orfano di un padre socialista e perseguitato nel ventennio a 17 anni, ma fin da giovane ha manifestato grande predisposizione agli studi tanto da essere iscritto per merito al Liceo Classico quando la scuola all’epoca era classista. Pur dovendo lavorare per mantenere la famiglia si è laureato in lettere classiche ma prima, ventenne dopo l’8 settembre 1943 è stato licenziato da Il Resto del Carlino per antifascismo e si è rifugiato a San Giovanni in Galilea in quanto renitente alla leva. L’esperienza del regime gli lasciò un infinito amore per la libertà e la democrazia.
Data la sua ottima conoscenza dell’Inglese, non comune all’epoca, è stato interprete degli Alleati e successivamente traduttore di romanzi d’autore americani fino a quel momento proibiti dal fascismo. Divenuto insegnante è stato altresì capopagina de Il Resto del Carlino, scelto dal direttore Spadolini il quale, sapendo della sua esperienza durante il passaggio del fronte, lo ha incoraggiato a studiare la Linea Gotica, le operazioni belliche relative ma anche la vita in quel periodo. Ciò, unito alla conoscenza della lingua inglese, lo ha portato a studiare questa parte della Seconda Guerra Mondiale in tutti i suoi aspetti: iniziò un periodo di studi e ricerche in archivi internazionali e di acquisizione di numerosissime testimonianze di veterani di guerra di tutte le parti; scrisse nel tempo molti articoli e una serie di libri ma ha anche lasciato alcuni inediti di cui stiamo in qualche modo curando la pubblicazione. La sua novità è stata in particolare quella di rapportare la «battaglia di Rimini» alle grandi strategie internazionali nel rapporto tra Stati Uniti, Regno Unito e Unione Sovietica, mostrando come il fallimento delle operazioni alleate nella nostra zona portò all’assoggettamento alla Russia dei Balcani e la perdita dell’Istria.
Vorrei anche sottolineare che due grandi passioni furono la fotografia e la Valmarecchia: possediamo infatti un archivio di circa 35.000 fotografie scattate in gran parte negli anni cinquanta, sessanta e settanta, di grandissimo valore artistico, almeno a giudizio degli esperti che le hanno esaminate, tanto che è probabile una prossima mostra a cura del Comune di Rimini. Anche dal punto di vista documentaristico, segnalo, a titolo di esempio, che vi sono video a colori e fotografie della famosa Isola delle Rose sia durante la costruzione sia del giorno prima del sequestro avvenuto da parte delle forze armate italiane.
Collegato a ciò è il suo reportage negli anni sessanta nella Valmarecchia con migliaia di fotografie a colori scattate negli anni sessanta, patrimonio che oserei dire unico a testimonianza di una splendida valle misconosciuta. Anche questo archivio sta per essere valorizzato dalla nostra famiglia in accordo con gli enti locali che si dimostrino interessati.
Per informazioni più dettagliate si veda https://it.wikipedia.org/wiki/Amedeo_Montemaggi
L’intitolazione, fa parte degli eventi compresi nel programma per celebrare il 78° Anniversario della liberazione di Rimini.