Il grande storico della nostra città premiato per la sua infaticabile attività di ricerca ininterrottamente svolta per numerosi decenni
Nella cornice del Grand Hotel è stato consegnato giovedì 17 maggio il prestigioso premio «Livio Minguzzi», attribuito alle personalità che hanno onorato Rimini durante la loro carriera nelle varie attività esercitate, allo storico e ricercatore Oreste Delucca.
Quest’anno si è voluto premiare uno studioso che rappresenta la quintessenza della ricerca storica nel nostro territorio. Oltre cinquant’anni di ricerche negli archivi hanno permesso a Oreste Delucca di diventare un punto di riferimento indiscusso per tutti coloro che intendono ripercorrere tanti momenti della vita passata della nostra città, in particolare del Quattrocento, l’epoca d’oro malatestiana. A ciò si aggiungono una notevole sensibilità per l’ambiente e un’innata e spiccata passione per l’archeologia locale: interessandosi di siti e ritrovamenti, Delucca ha potuto aggiungere nuove conoscenze nella storia del nostro passato.
Le sue quaranta pubblicazioni costituiscono un tesoro inestimabile nel quale appassionati della storia e dell’arte della nostra città possono agevolmente trovare notizie che faticosamente per decenni il premiato ha raccolto esaminando ogni possibile documento, a volte giacente in depositi poco noti o del tutto sconosciuti.
Si è inteso poi premiare la sua qualità di storico e di narratore di storia per avere raffigurato, anche al grande pubblico, luoghi e personaggi della Rimini di un tempo, in modo affascinante e sempre con il massimo rigore filologico: solo per fare un esempio tra i tanti, l’agile biografia «Sigismondo Pandolfo Malatesta controverso eroe» è un ritratto destinato a tutti per celebrare il magnifico costruttore del Tempio.
Fondamentale è stata la ricerca pubblicata 30 anni fa I pittori riminesi del Trecento nelle carte d’archivio, mediante la quale è stata ricostruita la biografia dei maggiori esponenti di quel filone artistico, gloria della nostra città; essa ha dato la possibilità agli storici dell’arte di avere solido materiale per una critica e interpretazione delle opere di una scuola pittorica ormai nota e apprezzata a livello mondiale.
Ricordiamo, negli ultimi anni il grande successo di Toponomastica riminese, uno dei libri più venduti a Rimini, le opere sulla vita di mare della nostra città e infine il grandioso volume La ceramica a Rimini nel Cinquecento, redatto insieme a Riccardo Gresta, che ha aperto uno squarcio su un tema del tutto trascurato (se non ignorato) dagli altri storici.
Infine non dimentichiamo le opere sull’abitazione riminese del Quattrocento, che costituiscono un esempio di ricostruzione della vita di una città nei minimi dettagli e imprescindibile punto di partenza per la conoscenza di quel secolo fondamentale di Rimini. Affinando la propria formazione in campo economico, Delucca ha descritto i vari aspetti della cultura materiale: in questo modo ha dipinto infatti anche la vita della gente comune, esaminando le varie attività lavorative ma anche gli aspetti politici e sociali dell’epoca.
I risultati di questa lunga carriera di storico e ricercatore sono quindi un grande dono alla città e a noi che la viviamo: grazie a lui la conoscenza delle nostre radici è diventata maggiore e più certa.
Si può affermare senza alcun dubbio che Delucca in questo modo ha contribuito a delineare l’anima di Rimini.
Ariminum, maggio, giugno luglio 2022