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Sabato 12 marzo alle 17,00, organizzato dall’Università aperta G.Masina e F.Fellini, si terrà a Rimini, Auditorium dell’ISSM “Lettimi” in via Cairoli 44, la quarta conferenza sulla storia della globalizzazione: La globalizzazione nel tempo delle dittature (1900-1945)

Un’epoca inizialmente segnata da un’ingannevole sensazione di progresso e maggiore benessere per le classi più agiate, si è trasformata, per effetto di un conflitto mondiale senza precedenti nella storia umana, in un periodo di forti contrasti e soprattutto di crisi dei valori che fino a quel momento sembravano indiscutibili.

Le classi più marginali acquistano maggiore potere e spesso uomini scaltri e senza scrupoli approfittano del malcontento e del disorientamento causato dalla guerra e dalle rivoluzioni sociali per condurre le masse verso illusioni di riscatto sociale e di grandezza nazionale che sfociano in realtà in spietate dittature personali.

La globalizzazione, che sembrava trionfare all’alba del nuovo secolo, di fronte a questi sommovimenti arretra e, pur resistendo in alcuni ambiti, cede il passo a protezionismi, autarchie, nazionalismi economici, accordi bilaterali, colonialismi, nuovi ordini, piani quinquennali che sembrano metterla in discussione.

Gli Stati Uniti, nonostante crisi, tentativi di regolamentazione dell’economia ed intervento pubblico, continuano però a propugnare un’estensione del libero mercato a livello mondiale, mantenendo vivo l’obiettivo di un commercio internazionale che superi gli steccati delle frontiere nazionali.

Appaiono quindi nessi tra globalizzazione e democrazia e tra protezionismo e dittatura?

La seconda guerra mondiale vede la vittoria degli Stati Uniti, il Paese più interessato all’affermazione della globalizzazione e che emerge anche come la maggiore potenza finanziaria: è quindi in grado di influenzare e di plasmare il futuro del mondo secondo le proprie convinzioni e i propri interessi.

Nell’anno chiave 1944, quando la vittoria delle potenze alleate è ormai alle porte, vengono poste le basi per una rinnovata partecipazione del popolo ma anche per la più massiccia e totale globalizzazione del pianeta, a cui sfugge, solo in parte l’universo comunista; vengono anche elaborate nuove idee e le premesse per una società più rispettosa dei diritti fondamentali dell’uomo e quindi per il ripudio di dittature e della guerra e per la fine del colonialismo.

Il tema è di drammatica attualità: si potranno anche percepire analogie (ma anche differenze) con le ultime vicende belliche in Ucraina.