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«Alberi, alberi, alberi… belli, ma che tormento!» ha sbuffato il diavoletto che alberga dentro di me. «Quanti fastidi! Hanno la pessima abitudine di stare immobili e di non spostarsi quando vorremmo; in autunno cadono le foglie, sporcano, meglio tagliarli prima. Adesso poi che non passano più auto e moto,
i platani che, come ci ha detto Raffaello Fabbri, resistono allo smog, non servono!»

Poi però si è affacciato l’angioletto, il custode dei miei sogni, mi ha creato una visione e ha sussurrato: «Alberi, alberi, alberi, sempre più grandi e maestosi! Una cortina bellissima di verde e natura». Poi mi ha profetizzato: «Ci sarà l’olmo, sotto le cui fronde Oreste Delucca dice che i Malatesta, proprio quelli della
piazza, amministravano la giustizia. Vedrai poi che finalmente loderanno Brunelleschi per il castello, che verrà circondato da un fossato così ampio che quasi ci potrebbe navigare un Rex!»

Ariminum, settembre ottobre 2020