Grande scalpore in questi giorni in un mondo che è intimamente legato a quello della città: il Consiglio di Stato ha dichiarato illegittima la legge – curioso paradosso per chi ancora pensava come Montesquieu che il giudice fosse la bocca della legge – che prorogava le concessioni demaniali ai bagnini.
Non sono un giurista ma da uomo comune non sono del tutto convinto che il futuro che si apre per un riminese sia una nuova età dell’oro, con servizi migliori a tariffe più basse.
Temo invece che, come succede in altri settori, i pesci grossi si mangino i piccoli e i bagnini, non esenti da colpe, siano fagocitati da grandi società con sede in Irlanda, Olanda o in qualche altro paradiso
fiscale. Ammantate di luccicanti principi di liberismo economico, molto spesso multinazionali, con la loro potenza finanziaria e la concorrenza sleale causata dalle tasse irrisorie pagate (ma su ciò gli organi europei sono ciechi), creano in verità oligopoli che nessuna autorità antitrust non riesce a spezzare.
Mi auguro di sbagliarmi, di vedere presto un nuovo orizzonte di pregi e vantaggi, ma per ora la mia visione non è così rosea.
Ariminum, novembre dicembre 2021