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Osservavo operai smontare le lettere a rilievo dell’insegna «Cassa di Risparmio di Rimini» in Corso d’Augusto e ripensavo alla mia maestra Emilia Panzini, figlia del noto scultore Enrico, che ogni 31 ottobre,
giornata del risparmio, ci consegnava un salvadanaio con l’effige della banca.

La banca, perché la banca di Rimini era la Cassa di Risparmio.

E allora ho sognato, ho sognato a occhi aperti che il Crédit Agricole, in un impeto di vero amore per questo territorio, donava alla città la Sacra conversazione di Lattanzio da Rimini, l’Astronomicon di Basinio
e tutte le opere che ha ereditato dalla “banca” e che sono indissolubilmente legate alla nostra storia.

Sono un visionario?

Ariminum, marzo aprile 2019