Ho sempre incoraggiato gli studenti a frequentare la “Gambalunga” rappresentandola nel loro panorama mentale non come un insieme di libri ma luogo di conoscenze, in tutti i sensi: culturali ma anche sociali. Ho visto amicizie formatesi e amori sbocciati proprio qui.
Sogno allora che questa visione della biblioteca pervada le menti di tutti i giovani, che i rapporti umani più forti si stabiliscano non nel rumore delle discoteche ma nelle placide conversazioni che si svolgono nei luoghi della cultura, scoprendo passioni e interessi comuni.
Sono un visionario, lo so, ma lasciatemi sperare: il sogno “astronomico” che vi ho rivelato dieci mesi fa, si sta avverando.
Ariminum, gennaio febbraio 2020